La Macchina UE
L'Unione Europea è un sistema molto complesso che si auto-alimenta-difende nutrendosi dei principi del neo-liberismo e cullandosi nella propria tecnocrazia. E questo perché il parlamento europeo, luogo d'incontro della politica dei Paesi, nulla è a confronto della volontà politica (ma soprattutto economica) dei grandi creditori -primi fra tutti la Germania.Allora il bene di un continente intero, con l'ambizione di divenire Nazione, mai potrà emergere se l'interesse dei popoli è subordinato ai creditori.
Immaginiamo, invece, una UE Nazione federale, al pari degli Stati Uniti, con un presidente eletto democraticamente.
Avremmo quell'alternarsi di potere e di visione della società, che potrebbe spingere lontano dall'attuale concezione capitalistica (che come noto non dipinge un mondo perfetto!), ed essere pioneri e primi al mondo nel delineare nuovi orizzonti. Oppure nulla muterebbe in tal senso.
Ma ciò che cambierebbe davvero sarebbe la volontà dei cittadini che da spettatori si trasformano in padroni, liberi di tracciare la rotta da seguire o di scegliere in mano a quale navigatore affidarsi.
Insomma, la sconfitta del potere tecnocratico.
Inoltre, in un mondo dominato da nuove e vecchie potenze, diverse e contrapposte, è evidente l'esigenza di battezzare questa UE benedetta all'insegna di una vera unione di popoli.
Un po' di conti
Se l'UE fosse un Paese, avremmo il PIL più grande al mondo: quasi 17mila miliardi di dollari, seguiti poi dagli USA a quota 16mila miliardi (praticamente un testa a testa) e al terzo gradino del podio la Cina con 9mila miliardi di dollari.Lungi dall'indicare il PIL e gli altri indici economici come strumenti di sintesi del benessere di una società, ma sono pur sempre indicatori della forza di un Paese e quindi spunti di riflessione.
Allora, di Europa c'è bisogno se si vuole contare qualcosa in questo mondo che cambia, ma l'Europa deve essere profondamente diversa da come si presenta oggi.
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Sotto un certo aspetto se fossimo stati educati e se lo volessimo veramente gli Stati non dovrebbero esistere perché alla fine siamo tutti esseri umani con le stesse esigenze e gli stessi desideri di felicità e serenità. Purtroppo nell'educazione secolare ci hanno insegnato che siamo divisi, che siamo differenti gli uni dagli altri e così hanno creato gli stati che però non sono per l'uomo ma è l'uomo a servirli.
RispondiEliminaSono d'accordo con te su molti punti (anche se non tutti). E sono profondamente convinto che nel mondo nulla sia immutabile: quindi non escludo che un giorno tutte le barriere poste da nazioni, culture diverse, religioni, cessino di esistere. Ma tutto può succedere, anche il contrario. E' sempre un gioco di forze con visioni differenti che si scontrano, come ad esempio il tuo percoso di consapevolezza e l'accezione comune.
Eliminasono pienamente in accordo con tutto ciao
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