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martedì 1 marzo 2016

Terrore Deflazione


Deflazione

E' questo il nuovo incubo degli italiani attenti. La parola tuona nelle case dalle scatole televisive, pronunciata da giornalisti e sedicenti tali, e una nuova calamità, dopo Spread, Deficit, Tasso di Disoccupazione, sembra abbattersi sulle nostre teste. 


Chiariamo di quel che stiamo parlando

Se l'inflazione è quel fenomeno economico, il quale ci dice che se prima compravi un pezzo di pane al prezzo di   ora ti occorrono 1,20 la deflazione, invece, è quel fenomeno che ci spiega che se prima compravi la pagnotta a € ora la compri a 80 centesimi.
La deflazione è quindi l'aumento di potere della moneta sugli acquisti. 

Considerazioni 

Questa deflazione, pertanto, sembra essere la gioia del portafoglio degli italiani, che finalmente spende meno banconote del solito per comprare, volendo, anche più cose di prima!

Tuttavia, per gli economisti, non è poi un evento così positivo! Perché deflazione significa anche che il consumatore propone un atteggiamento improntato al risparmio, e che il produttore, per vendere la propria merce, deve abbassare i prezzi, fare sconti, inventarne di ogni, anche abbassare i ritmi di produzione per rientrare ancora in logiche di profitto (sicuramente più magro).
Allora, in considerazione di ciò, sempre gli economisti, quelli dalla visione prospettica (perché guardano al futuro, e così si piacciono dipingere) propongono l'intervento della banca centrale, che con manovre su titoli e riserve, cambia i tassi d'interesse, aumenta la moneta circolante nel territorio, e mantiene l'inflazione, quella buona, in barba a quelle che sono le intenzioni dei cittadini - oh signur dei puarit quel di sciur al gà i franchit!

Ecco, questi economisti guarderanno pure lontano, ma non vedono tanto bene senza il binocolo! Io li chiamo i bella vista o i bello sguardo, e invito i lettori del blog a fare lo stesso, perché questi signori laureati nelle università, quelle PiG BiG, non si rendono conto che per rientrare in questi schemi del produrre-produrre-produrre per sostenere la crescita del PIL -manco fosse la nostra felicità- stanno CONSUMANDO le risorse del pianeta per il perseguimento del capitalismo (si legge CONSUMISMO) senza tener conto di un basilare concetto: i limiti umani nell'assorbire l'offerta (intesa in senso economico) di stronzate (intese in senso umanistico).

Allora, quello che io vorrei far capire, e mi impegno nel cercare di farlo, è che questo indirizzo di pensiero che si è affermato negli ultimi 70 anni, non è il vangelo del Signore! Ma solo una precisa volontà politica, quella dei #BellaVista appunto, definiti da alcuni anche come Illuminati - vedi Tremonti .

La verità è che ci servono nuove persone ai vertici, ma soprattutto nuove idee. Persone con un pensiero proprio, non frutto della letteratura dei miopi funzionali (sempre i #bellosguardo), ma liberi pensatori capaci di guardare la realtà da altre angolazioni.

Se Einstein si fosse limitato a seguire l'indirizzo scientifico del tempo, non avrebbe mai partorito la teoria della relatività. 
La disciplina economica sta ancora aspettando la sua teoria della relatività.

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martedì 14 luglio 2015

O' Sistema

La Macchina UE

L'Unione Europea è un sistema molto complesso che si auto-alimenta-difende nutrendosi dei principi del neo-liberismo e cullandosi nella propria tecnocrazia. E questo perché il parlamento europeo, luogo d'incontro della politica dei Paesi, nulla è a confronto della volontà politica (ma soprattutto economica) dei grandi creditori -primi fra tutti la Germania. 

Allora il bene di un continente intero, con l'ambizione di divenire Nazione, mai potrà emergere se l'interesse dei popoli è subordinato ai creditori.

Immaginiamo, invece, una UE Nazione federale, al pari degli Stati Uniti, con un presidente eletto democraticamente.
Avremmo quell'alternarsi di potere e di visione della società, che potrebbe spingere lontano dall'attuale concezione capitalistica (che come noto non dipinge un mondo perfetto!), ed essere pioneri e primi al mondo nel delineare nuovi orizzonti. Oppure nulla muterebbe in tal senso. 
Ma ciò che cambierebbe davvero sarebbe la volontà dei cittadini che da spettatori si trasformano in padroni, liberi di tracciare la rotta da seguire o di scegliere in mano a quale navigatore affidarsi. 
Insomma, la sconfitta del potere tecnocratico. 

Inoltre, in un mondo dominato da nuove e vecchie potenze, diverse e contrapposte, è evidente l'esigenza di battezzare questa UE benedetta all'insegna di una vera unione di popoli. 


Un po' di conti

Se l'UE fosse un Paese, avremmo il PIL più grande al mondo: quasi 17mila miliardi di dollari, seguiti poi dagli USA a quota 16mila miliardi (praticamente un testa a testa) e al terzo gradino del podio la Cina con 9mila miliardi di dollari.
Lungi dall'indicare il PIL e gli altri indici economici come strumenti di sintesi del benessere di una società, ma sono pur sempre indicatori della forza di un Paese e quindi spunti di riflessione.

Allora, di Europa c'è bisogno se si vuole contare qualcosa in questo mondo che cambia, ma l'Europa deve essere profondamente diversa da come si presenta oggi.







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