venerdì 2 ottobre 2015

La strage del college dell'Oregon

È successo ancora. Il dramma, l'orrore è di nuovo in proiezione negli Stati Uniti, questa volta in Oregon. L'ennesima strage, frutto della mente deviata, sofferente e malata di uno studente di un piccolo college della contea, il quale armato di quattro pistole (forse con silenziatore) ha aperto il fuoco contro colleghi e docenti, colpendo e ferendo almeno 7 individui e ammazzandone 9 (statistica in aggiornamento). 
Pare che l'uomo abbia anche postato un video su Facebook prima della carneficina, e discusso del piano online con sconosciuti la sera prima. Alla fine anch'egli è rimasto vittima dell'accaduto; nel momento in cui i cops americani hanno deciso di irrompere nella struttura non hanno esitato a disarcionarlo e fermarlo con una pioggia di proiettili.

Difficile capire questi gesti di follia lucida, eppure non è la prima volta che accade (vedi giugno, caso Dylan Roof), e le ragioni vanno non solo individuate nella troppa facilità con cui negli USA si possa ottenere un porto d'armi - e Obama, ahimé, ripete la solita solfa alla nazione - ma anche nella salute mentale della società contemporanea: sempre più alienata dal mondo reale.

Fin quando non ci sarà un reale dibattito sul tema ad ampio spettro, lo sceneggiato avrà tante repliche.

Un minuto di silenzio per le vittime.



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