sabato 7 novembre 2015

Fatti economici, fatti (i) politici



Cari amici del web, è arrivato proprio il momento di dire la mia su questo tema, visto che la propaganda mediatica, sponsorizzata dagli stessi elogiati per elogiarsi, continua inesorabile da settimane (in generale anni) a confondere gli ultimi dati economici come frutto della politica.

Partiamo da Angelino Alfano, capo del piccolissimo Ncd, e ministro dell'interno da troppo tempo. Ci dice:
L'Italia sta cambiando, i dati dell'economia stanno migliorando, lo riconoscono l'Europa e l'Istat e noi siamo protagonisti di questo cambiamento. Non ci sarebbe questa ripresa economica se due anni fa non avessimo fatto questa scelta. Io sono contrario a fermarci a meta' strada, dobbiamo andare avanti e portare l'italia oltre questa crisi. Chi ha avuto il coraggio due anni fa di fare questa scelta vuole confermare l'impegno fino alla fine, chi non se l'e' sentita si e' fermato a meta' strada.
E stampa, giornaletti, tv, quelli dell' internet, riportano acriticamente fin quando il tv-show con l'opinionista di turno ci dice cosa pensare.
Proseguiamo per Renzi che dal mondo di facebook ci fa sapere:
Si moltiplicano giorno dopo giorno i dati positivi sulla nostra economia. Oggi lo dice l’Istat, e anche in Europa la musica nei nostri confronti sta cambiando. Crescita più forte del previsto, ripartono i consumi, e – attenzione – nelle previsioni cala la curva del debito. Più lavoro e più fiducia, le riforme funzionano. Ripeto: non sono semplici numeri. Sono persone, storie, famiglie. E’ il senso di un Paese che si rimette in moto, che ritrova il gusto di avere ambizioni, di guardare al futuro. E la legge di stabilità va esattamente in questa direzione. Abbassando le tasse. Lottando contro la povertà. Avendo attenzione per il sociale. Dando a chi fa impresa le leve e gli strumenti per correre e creare lavoro. Aiutando chi ha casa, che non è un fardello o una colpa, ma spesso il frutto di anni di sacrifici e sudore. In un contesto europeo non esaltante, per usare un eufemismo, siamo quelli che hanno rialzato la testa, che ci provano. Non basta, non ci accontentiamo. Ma che stia finendo la dittatura dello zero virgola, non è un successo per il Governo, è un traguardo per l’Italia. Siamo tornati, finalmente.
C'è subito da dire che c'è un'apparente differenza fra il primo e il secondo testo. 
Angelino, senza pudore, indirettamente si appiccica -su di sé e la squadra di governo- il merito della crescita (sono contrario a fermarci a metà strada, dobbiamo portare [...] l'Italia oltre questa crisi), non dice di essere l'artefice ma lo induce a pensare, e poi attacca sibillino il vecchio papà Berlusconi.
Renzi, più umile (apparentemente) alla fine, che vuole apparire il superiore, il saggio che ama la Nazione, l'Italia e il made in Italy (mica la sua carriera politica eh!), sempre con il sorriso e l'ottimismo alla Gianni Morandi "dai che ce la fai", dice in fin dei conti quello che riporta l'Angioletto:
Le riforme funzionano.[...]E la legge di stabilità va esattamente in questa direzione (quale? della crescita, dei più consumi, delle meno tasse -!!!- ecc.).

Insomma si sono elogiati abbastanza anche questa volta. 

Ecco, io vorrei sputare due o più precisazioni che tenevo in gola da un po' di tempo, e mi davano un certo prurito.

La prima riguarda proprio questa nuova LEGGE DI STABILITA'.
Lo sapevate che con suddetta legge hanno abolito il garante del contribuente?
Per chi non lo sapesse il garante del contribuente era quell'ufficio a cui potevi rivolgerti nel caso in cui subivi delle vere e proprie ingiustizie da parte del fisco; esponevi il tuo caso, e poi questo si impegnava a presentarlo agli organi di competenza, esortandoli a comportarsi con correttezza (seguendo quell'art.97 della costituzione) e magari applicare l'autotutela
Nella pratica non aveva nessun potere effettivo, se non quello morale.
Sicuramente così come si presentava era abbastanza inutile, diciamocelo chiaramente, ma sarebbe stato un organo validissimo se potenziato di poteri. Avrebbe potuto risolvere tante vicende di poveretti in faida con l'amministrazione finanziaria senza passare dai tribunali. 
Ma la legge è legge, e Renzi&co. hanno pensato bene di cancellarlo proprio (il garante). 
Inutile dare una voce al CITTADINO CHE PAGA LE TASSE, non trovate? L'importante è che continui a finanziare il sistema... 

Poi sempre nella suddetta norma, si parla anche di abolizione dell'IMU (e non solo). 
Ma vi anticipo già che se i soldi dell'IMU non entrano più, da qualche altre parte pur sempre dovranno mettere le mani... quindi non rimaneteci troppo male quando vi accorgerete che nulla è cambiato. Sciocchini.

E va bene (cioé va male), il primo sassolino dalla scarpa me lo sono tolto.
Il secondo riguarda l'Expo (leggi anche questo post) e i suoi effetti.

La fiera, dal punto di vista economico, un effetto ce l'ha avuto, e nessuno lo nasconde. Facciamo un po' di calcoli (grossolani ma efficaci) per capire l'ordine di grandezza:
21 milioni di anime sono andate a Milano. Il prezzo medio è stato di 32 euro a biglietto. 7 milioni erano stranieri. 
Se consideriamo che ciascun individuo abbia speso 600 euro a testa (e lo dubito) per raggiungere Milano, visitare l'Expo, mangiare, dormire in hotel almeno una notte, abbiamo:
21 000 000 persone x 600 euro = 12,6miliardi di euro
di cui sono di "incasso biglietto":21 000 000 persone x 32 euro = 672 000 000 
Il costo Expo è stato di 14 miliardi! -per colpa delle spese gonfiante, mentre si sarebbe potuto ottenere lo stesso risultato con 5 miliardi. 
Nelle tasche dell'erario, con le imposte e le tasse, tornerà circa la metà di questi 12,6 miliardi di euro, quindi:
6,3 miliardi.

Allora: 
14 miliardi di costi - 6,3 miliardi di entrate =  7,7 miliardi di euro che non verranno recuperati!
Adesso, è vero pure che in macroeconomia ci sia da considerare un effetto moltiplicativo, quindi magari ci saranno altre entrate connesse, ma poi c'è sempre da tener presente che l'evasione la fa da padrona... 

Se non conoscete l'effetto moltiplicativo ve lo spiego con un esempio facile facile:
se si spendono 10 euro per riparare la bici, quegli stessi 10 euro verranno riutilizzati dal meccanico per comprare pasta, pane e latte al supermercato, e il supermercato li riimpiegherà per pagare i fornitori, e i fornitori pagheranno poi qualcun altro e così via. Questo è l'effetto moltiplicativo.
Poi su ogni transazione ci sarà sempre un tributo, e quel tributo è l'entrata dello Stato. 
Quindi nella fattispecie expo, non ci sono da considerare solo i 6 miliardi di entrate, ma anche quelle conseguite dagli altri consumi innescati a cascata. Chiaro?

Ad ogni modo ciò che emerge dai dati, è che l'economia si mette in moto se le persone si muovono e spendono (banale), e non che l'economia va bene perché il fiorentino fa la nuova legge di stabilità! 
l'Istat dipinge un quadro più bello dell'anno scorso perché c'è l'effeto Expo, non le riforme.

Quello che mi preme dire, e che ribadisco in altri post, è che il successo non si valuta sulla basa dei soldi incassati, ma sul messaggio corretto che si intende dare con un'opera. Altrimenti è come dire che i cinepanettoni siano dei capolavori del cinema solo perché ricevono grande riscontro ai botteghini. Una corbelleria insomma. 
Ma qui in occidente siamo usuali riassumere tutto con indici economici, anche la felicità e il benessere dei popoli (con ad esempio il PIL) e quindi a fare grandi confusioni.

Nutrire il pianeta, sì come no... sono sicuro che molti nemmeno si ricordino dove abbiano sentito questa frase.

In conclusione amici miei, quello che capiamo leggendo i giornali (cartacei e online) o guardando la tv, è che la politica e l'economia siano la stessa cosa. 
Una cazzata, ovviamente, ma molte persone ancora abboccano, e i politicanti di mestiere sono sempre lì a loro posto, e gli opinion leader -quelli dei talk show- continuano a spiegarci per chi votare. 
Vediamo un po' di munirici dei giusti anticorpi per discernere i fatti dalle stronzate.

Sarebbe cosa assai gradita. 



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2 commenti:

  1. Questi "comici" non sono mai andati nei supermercati a sentire le mamme che negano ai loro figli non i dolci ma qualche cosa di più nel loro piatto.......questo è il risultato delle loro azioni così come coloro che studiano su poltrone di cuoio come impoverire la gente, ma tempo verrà e sarò bene che qualcuno tenga nota dei loro nomi, proprietà e dinnastia..........

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    1. Io non me la prendo nemmeno più con i politici (almeno non sempre), ma con i cittadini.
      Lì voglio più preparati, più interessati alla vita -perché poi è questa la politica- vederli ragionare per proprie idee e non per etichette!
      Insomma, i politici non mostrano forgiatura migliore dei popoli; allora cambiamo noi per cambiare gli altri (loro).
      Ciao brezza
      Pace

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