martedì 6 ottobre 2015

Fermare la criminalità con i libri?

Sapete, recentemente a Napoli si è svolta una manifestazione contro la violenza e la criminalità, e il sindaco, insieme la giunta comunale, ha invitato i cittadini  di Forcella -quartiere tristamente noto alle cronache per faide- a partecipare in tanti. 
In realtà non ha partecipato nessuno.
I negozi hanno messo giù le serrande e le persone si sono barricate in casa. Nessuno ha presenziato alla manifestazione. Una Forcella deserta e morta.

Questo è ciò che è accaduto.
Ma quello di cui vorrei parlare oggi, è invece la post-reazione di funzionari, giornalisti e intellettuali che considerano "grave fatto l'assenza del popolo". 

Come ad esempio la Jervolino (famoso ex sindaco di Napoli), che ha vissuto tanti anni in quel quartiere senza mai percepire la criminalità che riportavano i media -mi piacerebbe tanto sapere se abbia speso tutto il tempo in casa a lavorare a maglia- e proprio non si capacita come mai i napoletani non abbiano risposto ad un evento così importante.

O Saviano e alcuni preti, che con parole diverse si aggregano a questo coro, anche se poi rifiutano sempre l'arrivo dei militari (stesso parere anche De Magistrisperché la criminalità si combatte con gli insegnanti, i vigili e il senso civico

Davvero?

Un organizzazione criminale (magari ne fosse una!) che esercita controllo sul territorio, irrompe nelle abitazioni, nei negozi, che appicca incendi per intimidire, che ammazza in pieno giorno con armi semiautomatiche e fa stragi di innocenti, che si fa pochi scrupoli ad intimidire magistratura, polizia o il Papa in persona se fosse necessario...  veramente la si ferma con la forza dell'educazione civica?
Magari denunciando per poi ritrovarsi soli come degli appesstati e senza protezione? 
Sarebbe questo il modello che dovrebbe sconfiggere le mafie?
Facendo baldoria (si dice manifestare) per le piazze?
E chi protegge la gente dopo, quando la manifestazione è finita?
I cittadini di Forcella continueranno a vivere in quel Forcella.

La mafia ne ammazza uno per educarne cento, mica so' scemi! 
E' normale avere paura in queste condizioni, è un istinto umano.

Allora per evitare ciò, lo Stato si deve mostrare più forte, e deve intervenire subito.
Un intervento militare (ma non solo). 

Gli insegnanti e l'educazione civica sicuramente serviranno anche, perché i cittadini di domani devono essere migliori, sempre.  
Ma la guerra per le strade è oggi, e il popolo (la maggioranza minoritaria) chiede di essere protretto. 

Serve subito l'aiuto che manca da decenni, e vedrete che se lo Stato soddisfacesse questo bisogno di protezione, Napoli cambierebbe volto nel giro di pochi mesi. 
La gente per bene è la maggioranza invisibile: 
al momento chiusa in casa, in macchina, o altrove.  

Serve solo il tempo di fidarsi di nuovo di uno Stato (più) presente.

Condividi e commenta se hai gradito la lettura

Nessun commento:

Posta un commento