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mercoledì 2 marzo 2016

Militari e Camorra


Una questione velenosa che mi è dentro, che parte dalla cute sino al cervello, al cuore, all'anima, è la mia Napoli nelle mani della MINORANZA-maggioritaria (che ho già spiegato in questo post) che come sempre fa i porci comodi, maltrattando questa terra, calpestando, deturpando il pubblico dominio; gente incivile dentro e fuori le membra, ma soprattutto delinquente.
E' un problema di educazione (civica e non), ma più spesso ancora parliamo proprio di criminalità, e anche i criminali vanno (ri)educati, ma in maniera diversa, in termini che loro possono capire.


Nuovi Boss

Morto (o arrestato) un Boss (della camorra) se ne fa un altro, anche qui, il detto che è del Papa è vero. 
Solitamente il successore è un figlio o un nipote. Giovani ancora imbottiti e rivestiti della scemmaria adolescienziale fin la punta dei capelli, che passano le giornate fra Fifa e Call of Duty, per poi passare alle sparatorie vere, quelle per le strade, armati di kalashnikov e attrezzature militari; sicuramente riforniti da gente più sveglia e ancora più inquietante, dove le armi le vendono solo, non le usano. Diavoli dalla coscienza candida.

Criminali, baby gang, camorristi e mafiosi, chiamateli come vi pare, la verità resta questa: 
quando il degrado della violenza raggiunge le sfumature di rosso, ogni anno, superando addirittura la doppia cifra nella conta dei cadaveri, non è un fenomeno da contrastare con vigili e normali forze ordinarie, o con le telecamere -che sì aiutano, ma dopo che sia già scappato il morto- ma è un fenomeno che si contrasta con la presenza dei militari, sempre lì sul luogo, prima dell'eventuale reato, e per impedire il reato; permettendo poi a polizia e carabinieri di concentrarsi sui fascicoli ancora aperti e accumulati fra le scartoffie -case di acari e polveri. 


Investimento per il futuro

Pensateci... i militari su un territorio come Napoli sono un vero investimento per il futuro, per la ripartenza stessa della città: 
  • più sicurezza per le strade, quindi meno delinquenza,
  • più partecipazione dei cittadini alle attività culturali della città - che spesso sono degli insuccessi immeritati,
  • più fiducia per le iniziative imprenditoriali, senza la paura del Pizzo,
  • ma soprattutto la possibilità di rendere Napoli un polo attrattivo per tutti i campani, gli italiani, gli stranieri. Perché le bellezze architettoniche, culturali e paesaggistiche non mancano, e non c'è bisogna che ve lo dica. 

Napoli ha solo bisogno di educare questa minoranza maggioritaria, che ripeto, è fatta da ignoranti-buzzurri-incivili-pezzi-di-cretini, da figli di camorra, da delinquentelli dell'ultim'ora; e bisogna far capire a questi soggetti non solo che il territorio non gli appartiene (cazzo!), ma soprattutto che i loro modi non sono tollerati. Servono i militari.

Intervista a De Magistris

Il mese scorso De Magistris, sindaco di Napoli, in un'intervista per Repubblica, ha ribadito (come tante volte ha detto) che i militari non sono né soluzione né palliativo.
Che dire... a me cascano le braccia con affermazioni del genere. 
Sono cazzate fatte montagna. 

Chi delinque con logiche militari, con impiego di armi militari, considerando se stesso al pari di un soldato, ed esercitando un controllo militare sul territorio, va contrastato (appunto) da una intelligence militare!
Non può essere compito del politico di turno (specialmente non deve essere il sindaco a fare da sceriffo!) ovviamente con una formazione inadeguata.
C'è troppa presunzione sul capire e il saper fermare il fenomeno, presunzione che poi è smentita alla prova dei fatti: 
mafie varie, dopo un secolo e oltre di storia italiana, dominano ancora. 

Questi criminali capiscono solo la forza. E lo Stato deve essere più forte.

#StatoPiùForte
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martedì 6 ottobre 2015

Fermare la criminalità con i libri?

Sapete, recentemente a Napoli si è svolta una manifestazione contro la violenza e la criminalità, e il sindaco, insieme la giunta comunale, ha invitato i cittadini  di Forcella -quartiere tristamente noto alle cronache per faide- a partecipare in tanti. 
In realtà non ha partecipato nessuno.
I negozi hanno messo giù le serrande e le persone si sono barricate in casa. Nessuno ha presenziato alla manifestazione. Una Forcella deserta e morta.

Questo è ciò che è accaduto.
Ma quello di cui vorrei parlare oggi, è invece la post-reazione di funzionari, giornalisti e intellettuali che considerano "grave fatto l'assenza del popolo". 

Come ad esempio la Jervolino (famoso ex sindaco di Napoli), che ha vissuto tanti anni in quel quartiere senza mai percepire la criminalità che riportavano i media -mi piacerebbe tanto sapere se abbia speso tutto il tempo in casa a lavorare a maglia- e proprio non si capacita come mai i napoletani non abbiano risposto ad un evento così importante.

O Saviano e alcuni preti, che con parole diverse si aggregano a questo coro, anche se poi rifiutano sempre l'arrivo dei militari (stesso parere anche De Magistrisperché la criminalità si combatte con gli insegnanti, i vigili e il senso civico

Davvero?

Un organizzazione criminale (magari ne fosse una!) che esercita controllo sul territorio, irrompe nelle abitazioni, nei negozi, che appicca incendi per intimidire, che ammazza in pieno giorno con armi semiautomatiche e fa stragi di innocenti, che si fa pochi scrupoli ad intimidire magistratura, polizia o il Papa in persona se fosse necessario...  veramente la si ferma con la forza dell'educazione civica?
Magari denunciando per poi ritrovarsi soli come degli appesstati e senza protezione? 
Sarebbe questo il modello che dovrebbe sconfiggere le mafie?
Facendo baldoria (si dice manifestare) per le piazze?
E chi protegge la gente dopo, quando la manifestazione è finita?
I cittadini di Forcella continueranno a vivere in quel Forcella.

La mafia ne ammazza uno per educarne cento, mica so' scemi! 
E' normale avere paura in queste condizioni, è un istinto umano.

Allora per evitare ciò, lo Stato si deve mostrare più forte, e deve intervenire subito.
Un intervento militare (ma non solo). 

Gli insegnanti e l'educazione civica sicuramente serviranno anche, perché i cittadini di domani devono essere migliori, sempre.  
Ma la guerra per le strade è oggi, e il popolo (la maggioranza minoritaria) chiede di essere protretto. 

Serve subito l'aiuto che manca da decenni, e vedrete che se lo Stato soddisfacesse questo bisogno di protezione, Napoli cambierebbe volto nel giro di pochi mesi. 
La gente per bene è la maggioranza invisibile: 
al momento chiusa in casa, in macchina, o altrove.  

Serve solo il tempo di fidarsi di nuovo di uno Stato (più) presente.

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