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sabato 25 marzo 2017

Matteo Grillo

Ci avete fatto caso?
Il PD vomita fango sui 5 stelle, ma in fin dei conti lo copia in tutto (e male).


Beppe Grillo già aveva fatto la sua ascesa nelle piazze, prima con i vaffanculo day, poi con M5S, quando Renzi, a livello nazionale, decise di farsi conoscere come rottamatore. 

Anche l'uso del linguaggio. Rottamare. Una parola aggressiva, forte, allineata al linguaggio di Grillo. Ma Grillo faceva (e fa) parte degli italiani incazzati, mentre Renzi, mirava il vento per cavalcare quell'onda di insofferenza verso la politica con l'unico scopo di saziare la propria fame di potere.


Oggi, il PD, boccia qualsiasi proposta di legge dei 5 stelle, ma in fin dei conti le ripropone in altre salse, e in peggio, snaturando l'efficacia stessa dei propositi. E poi fa campagna su tv, stampa e internet, per raccontare i grandi successi - che in realtà sono preceduti da "in".


Cioé... c'è bisogno di commentare?




Che poi, fra una brutta copia e l'originale, cosa credono che gli italiani sceglieranno?




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mercoledì 22 marzo 2017

Beppe Grillo e Marika Cassimatis


Diciamoci la verità, il M5S sta sul cazzo un po' a tutti dello status quo. In fondo, le ragioni ci sono, molte sono intuibili, altre le immaginiamo, e tante altre ancora ci sfuggono (ragioni che potrebbero riguardare gruppi di potere a noi nemmeno noti).

Per quel che è evidente, uno dei motivi basilari, è l'impostazione del movimento stesso che ha fatto di internet il suo media preferito, e ha sempre attaccato stampa e Tv. Inevitabile quindi farsi due grandi nemici: Stampa e Tv.

Antipatie, che comunque, volendo o no, non hanno fermato l'interesse per il movimento di Grillo, che poi, veicolato in principio dal 'vaffanculo', ha trovato una montagna in più di successo. Era un messaggio preciso, riassuntivo, immediato, intellegibile da tutti gli strati sociali.

Come si sono comportati i media tradizionali? All'inizio, hanno deciso di ignorare i comizi del comico. Chiudere gli occhi, e far finta che nulla stesse accadendo. Un modo di fare giornalismo che semplicemente non è tale, quasi come se l'obiettivo fosse quello di non dare visibilità al comico (togliamo pure il "quasi"). 

In realtà, Grillo, prima con i suoi spettacoli, poi con il suo sito, poi girando per le piazze, si era creato un grande bacino di pubblico che credeva in lui, nella sua persona, nelle sue idee.
Quindi, che la stampa lo ignorasse, o che lo attaccasse, o che lo sostenesse, importava zero. 
La gente, con il passa parola, già stava creando una energia potenziale che poi si sarebbe sfogata liberamente nel Movimento. 

Quando i giornali e le televisioni hanno capito che non era più sostenibile ignorare i fatti, senza pensarci due volte, hanno deciso di screditare il M5S, a prescindere. Così facendo, senza nemmeno accorgersene, oltre che far girare le gonadi ai sostenitori del movimento, hanno anche accresciuto l'interesse per il movimento stesso, soprattutto nell'altra metà della popolazione (quella che internet la pratica poco). 
Col senno di poi, si dovrebbero chiedere se le cose sarebbero state diverse se solo avessero avuto un comportamento neutrale. 
Ma quando mai i giornalisti sono stati obiettivi? 

Oggi, al centro della discussione mediatica (dopo aver messo in stand-by la Raggi), c'è la decisione di Grillo che dice NO alla Cassimatis, dopo che questa sia stata eletta dagli stessi iscritti al movimento. 
Premettendo che la notizia in sé, è una notizia e che quindi è giusto parlarne, è doveroso dire che farlo ogni giorno è più che ridicolo, oltre che demarcare questo preciso antagonismo. 

Il M5S ha come obiettivo rinnovare  il parlamento (e la politica in generale) con nuovi politici. Ha un sistema per raggiungere tale scopo che si è dimostrato in più di una occasione fallace (perché tanti sono stati eletti con il M5S e poi hanno goffamente gattonato verso altre sponde politiche) e quindi è chiaro che Beppe Grillo non possa permettere altri errori. Amen. 

Crediamo veramente che il suo interesse sia quello di far vincere uno piuttosto che un altro? 
Il suo intento è molto semplice: non far (auto)distruggere il Movimento, di cui comunque è padre e garante, e mai potrebbe lasciarlo nelle mani di chi lo usa come tramite per raggiungere fini personali. Il fine di Grillo, quindi, non è quello di indirizzarne gli scopi politici. E' chiarissimo.

Inoltre, il motto è sempre stato uno vale uno, e se un esponente del movimento deve mettersi da parte, se ne va e basta: nessuno è indispensabile. Anche da qui si vede la buona fede degli eletti...

Chissà cosa pensi tu che leggi. Tò, guarda un po', sotto puoi scrivere un commento...

venerdì 30 ottobre 2015

Marino, Marino, Marino

La questione Marino è stata una trama assai complicata da filare.
Si dimette o non si dimette? Poi sì, non si dimette! 
Ma alla fine 26 consiglieri firmano le dimissioni e la poltrona dovrà comunque essere lasciata. 
Non chiamatelo martire ma lottatore.

Beppe Grillo dal blog taccia -solo ieri- di farsa lo spettacolino messo in piedi, perché il sindaco non aveva mai avuto intenzione di dimettersi (vero) e il Pd non avrebbe proprio voglia di farsi sfilare la capitale, che stando alle parole del leader targato m5s andrebbe dritta dritta nelle mani pentastellate (probabile).

Eppure Marino non è mai stato uomo di partito, ma lupo solitario, sganciato dalle logiche della vecchia politica, quella fatta dal solito giro di amici di amici. 
E' stato piuttosto quell'outsider che al momento delle elezioni faceva comodo: bello, fresco, pulito, l'immagine (non l'uomo) giusta da proporre per rilanciare l'onestà e infondere fiducia. Ma in fin dei conti rimaneva amico di nessuno. 

E principale suo oppositore sarebbe stato proprio Matteo Renzi, che quanto prima lo avrebbe voluto fuori dai hoglioni (tentando in tutti modi di nascondere lo zampino per non rimanere sporcato dal fango) e cercare di far dimenticare ai romani i tanti scandali per poi giocarsela in campagna elettorale.

Una cosa è certa, prima o poi si tornerà a quelle benedette urne, e spero tanto che i romani seguano una dieta a base di fosforo e omega3 per scongiurare la memoria corta: dopo Marino (ma soprattutto dopo Alemanno!), è il caso di guardare altrove il proprio sindaco!


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giovedì 30 maggio 2013

The Untouchables - Gli Italiani


Oggi parliamo di ipocrisia.
Beppe Grillo in questi giorni ha detto esplicitamente che la colpa dell'astensionismo, della scelta del non rinnovamento, del consegnare i comuni alla vecchia classe dirigente, è degli italiani.
Ragionamento che è stato  ripreso duramente da giornalisti ed esponenti del PD (come ad esempio Matteo Renzi, minuto 14:30 del video qui di sotto). 
Eppure non è la prima volta che un politico dia la colpa della propria sconfitta agli elettori -mi sa che anche qualcuno lì a sinistra, in un passato non troppo lontano, abbia fatto lo stesso... 

Ma sinceramente trovo indigeribile la bacchettoneria di questo Paese, e soprattutto quella di un partito che si definisce progressista. 

Si può essere d'accordo o meno, ma in una democrazia bisogna avere anche la libertà di pensare ed esprimere la propria opinione anche sugli elettori,
il tutto, possibilmente, senza una stampa portatrice di una morale amorale.  


                                              Otto e Mezzo la7 29/05/2013