venerdì 12 giugno 2015

Renzi il Riformatore

Oggi mi trovo a scrivere una cosa abbastanza odiosa, mi tocca prendere le difese di Renzi e di tutti quei tiranetti (bada bene che non parlo di Renzi) o aspiranti tali (adesso sì, parlo di Renzi).

La democrazia non è un modo di esercitare il potere efficiente, e non sono l'unico a pensarla in questo modo, c'è addirittura chi ha matematicamente teorizzato questa idea (vedi Arrow), infatti con l'alternanza dei partiti al governo praticamente non c'è continuità decisionale, e in un parlamento come il nostro dove il governo conta quello che conta -praticamente come una mano senza dita- in cinque anni di legislatura (se poi si arriva a fine legislatura!) i risultati che si portano a casa sono quisquilie. Ecco  perché anche alla prossima campagna elettorale sentiremo parlare di riforme.


Renzi non è uno statista, un genio, un illuminato, un santo, o un dotto, però si trova al governo e qualcosa deve pur fare. Scusatemi tanto se allora fra la paralisi e una decisione sbagliata, preferisco di gran lunga la seconda opzione: un sasso che smuova l'acqua dello stagno. 


Certo è che l'italicum non sia la perfezione e che la buona scuola crei clientelismo, ma non mi pare che lo cose allo stato attuale siano più felici o che qualcun altro di pitagorico intelletto abbia partorito e concretizzato geometrie migliori. Allora, sulla base di queste considerazione, vi dico solo una cosa: parliamone...


Questo post, ci tengo a precisare, non è affatto pro-Renzi,  anzi, se al governo ci fosse stato Berlusconi o un Di Battista, avrei detto le stesse cose. 

Abbiamo bisogno di prendere delle decisioni, di più fatti e meno belle parole: Viva Kim Jong-Un!






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2 commenti:

  1. si sente proprio la necessità di un decisionista non esiliato od in subordine di un grande manovratore alla schettino (a proposito, che fine ha fatto?).
    Se i politici fossero stati più modesti, meno sboroni visto che non sanno amministrare nemmeno le loro famiglie e specialmente in quest'ultimi 30 anni si fossero limitati a tirare avanti, senza aumentarsi gli stipendi a loro ed ai loro amici universitari, magistrati, militari e caporioni ministeriali (e relativa spesa bubblica e relativo debito) e non avessero aggiunto migliaia di lacci e lacciuoli con altre migliaia di leggi e leggine ora ci troveremmo nella stessa situazione di 30 anni orsono.
    Non credo che ci sarà mai un rottamatore capace di riportare indietro le lancette dell'orologio di 30 anni e di cancellarne 30 di legiferazione, si inventeranno favole nuove mentre il debito galoppa, ma noi, come sempre, speriam di cavarcela

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    1. Fatta l'analisi del passato, che comunque è passato e non tornerà più, non ci resta anzitutto che "sperar di cavarcela", quello sempre altrimenti siamo spacciati in generale, e in secondo luogo di avere un attitudine al futuro migliore (senza questa come si fa a sperare di cavarsela?).
      Poi, se nel frattempo, anche per sbaglio, prendessimo delle decisioni e non fossimo sempre perennemente nel dubbio, male non farebbe!

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