domenica 14 giugno 2015

Tsunami Immigrazione

Sempre più immigrati affollano l'Italia, provengono da tutti gli angoli dell'Africa e Medio Oriente, Paesi sotto dittatura con prospettive di vita di corto raggio, dove di fame e miseria si muore, e la percorrono da Lampedusa a Milano con il sogno di ricongiungersi ad amici e familiari sparsi per il continente, o per il semplice desiderio di una vita migliore. Anche se poi, appena poggiano piede in terra di Francia vengono rispediti in Italia dalle autorità (francesi, ovviamente).

Sono persone disperate, spesso ammalate, e comportano diversi disagi nella nostra società: per causa della cultura diversa, malattie, criminalità.
Si sa, il problema va risolto a sud del Mediterraneo, ma la corruzione e l'instabilità politica di quei Paesi (causa del problema) non rende l'operazione cosa semplice e dai risultati immediati tangibili. E poi ci vuole tempo, anche perché molto dipende dal popolo africano.

Quello su cui ci dovremmo concentrare (senza comunque dimenticare di aiutare a sistemare le cose nel continente nero) è l'ondata migratoria che è un dato di fatto. Il nostro governo propone una divisione in quote dei clandestini, da destinare poi un po' a destra e a manca per l'Europa -praticamente una deportazione in pieno stile nazi.
Sebbene si tratti di un provvedimento attaccabilissimo sotto molti aspetti: sul piano dei diritti umani, dell'azione, dell'efficacia, [...]; resta una soluzione concreta ad un problema concreto, nonché un comune denominatore per intavolare una trattativa. Ma la cosa sconcertante è che sia l'unica soluzione a mettere d'accordo un po' tutti. Possibile che a nessuno (politico, intellettuale, cittadino) sia venuto in mente qualcosa di diverso? Siamo così poveri di idee?


In un continente come il nostro dove la crescita demografica è arrestata da tempo, dovremmo trattare questi signori come una risorsa, persone da istruire e inserire nel mondo del lavoro, quel lavoro che oramai nessuno più vuol fare. Sarebbe per loro un buon punto di partenza per ri-settare le loro vite, e sarebbe un buon insegnamento anche per noi "cittadini di serie A" che certe cose proprio non le vogliamo più fare.



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