martedì 5 aprile 2016

Volontariato


Aiutare gli altri per aiutare sé stessi. La regola da seguire per poter cambiare la propria vita e girare il palmo dal basso verso l'alto dicendo da così a così.
Molti non realizzano, ma è proprio quando aiutiamo il prossimo che spesso troviamo un'innata saggezza gandhiana, e questo poi nulla conta se non ci ascoltiamo, se non mettiamo in pratica le belle parole.

Insomma, predicare bene per razzolare bene, questo è l'obiettivo. E il volontariato è una valido strumento per fare goal. Eppure, parlando con coetanei e altri giovani adulti (fascia di età 18-27) mi sono reso conto che il volontariato sia visto assurdamente come un qualcosa per sfigati, per perdenti, riflettendo tutto l'egoismo di quest'era digitale, moderna, frutto dell'alienazione subìta sin dalla tenera età ad opera dei computer-televisori-telefonini-videogiochi, che hanno portato a non far sviluppare l'empatia che un normale essere umano sviluppa socializzando con i suoi simili. 

Come ogni cosa, è l'abuso che porta a devianze, perché di per sé la tecnologia è uno strumento e non ha colpe (anzi, ci facilità la vita), ma è l'uso che se ne fa. 
Ancora non mi capacito come si possa avere una posizione tanto netta (quanto idiota) nel non volere aiutare, a volte mi chiedo se farei bene a registrare questi e denunciarli in pubblica piazza, giusto per sbattergli di fronte agli occhi il cancro che covano in seno con posizioni tanto poco ragionate e sentite. 

Questo post vuole solo sensibillizzare un po' l'opinione altrui sul bisogno che c'è di noi nel mondo, compiere piccoli gesti per fare grandi cose, e non solo per gli altri e la società, ma anche per sé, perché il guadagno che si trae da esperienze simili non è immaginabile prima, e le parole sono inutili.

#HelpWhoNeeds
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