Massimo è un giovane adulto di 28 anni, un uomo che tutti chiamano ancora ragazzo, e a lui va bene perché ragazzo si sente.
Vive a Milano e lavora per una grande azienda, una di quelle che ha a che fare con l'informatica.
Massimo è felice e lavora con dedizione, per adesso è ancora uno stagista, ma impara tante cose ogni giorno e ha opportunità di crescita. In due anni ha conosciuto tante persone che ora chiama amici.
Condivide un appartamento con altri tre che calzano le sue stesse scarpe: uomini-chiamati-ragazzi, emigranti. Il fine settimana lo dedica alle serie tv, all'abbordaggio di ragazze su tinder, talvolta nei locali, e alle seghe solitarie.
Adesso è pasqua e Massimo torna giù in Calabria dai genitori, quelli che l'hanno sempre amato incondizionatamente e che pagano gli affitti, ma anche dalle nonne, nonni, zii, cugini, che non pagano gli affitti, ma portano qualche soldo in tasca quando occorre.
Massimo ritorna Massimino, e la maschera milanese rimane a Milano, o forse alla sua faccia milanese sovrappone la maschera calabrese che lascia sempre in Calabria.
Massimino è felice della sua routine e nulla sa della vita o di quelle degli altri.
Intanto pasqua è finita, la colomba si digerisce nella pancia, e il treno prende il volo per Milano.
Massimo è seduto, viaggia, ti aggiunge su facebook, commenta le tue foto, ride alle tue battute.
Massimo è stanco.
Massimo dorme.
Se ti aspetti che Massimo faccia qualcosa di straordinario (così), non hai capito un cazzo!
#SvegliaMassimo
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