martedì 24 novembre 2015

Siamo degli IPOCRITI


Sono passati poco più di 10 giorni dall'orrore di Parigi, dove killer assassini, spietati, decerebrati pezzi di amebe incolte e plagiate dall'egocentrismo della propria cultura insipiente, teste di cazzo meritevoli di morte certa previa eterna sofferenza, hanno sterminato senza remore 130 e più innocenti.

La mia laica preghiera volge alle vittime e ai familiari, che siano simbolico faro per illuminare la rotta di un cambiamento epocale per la società umana, un cambiamento positivo. 

Quello che noi come occidente dovremmo fare è condannare questi efferati atti terroristici in nome di Allah -espressione del dio dell'Islam. Sottolineare senza preoccupazioni che questi criminali hanno una chiara matrice islamica, senza nasconderci per la paura di inimicarci 2 miliardi di gente che pratica tale culto. E questo per onore della verità, ma soprattutto del cambiamento. 

La mia visione sulle religioni in generale -e in particolare sulla fede islamica- è molto chiara e netta: 
sono filosofie misogene e oscurantiste, e dalla loro predicazione non può che nascere involuzione e male. 
Gandhi diceva: 
Le tue convinzioni diventano i tuoi pensieri. I tuoi pensieri diventano le tue parole. Le tue parole diventano le tue azioni. Le tue azioni diventano le tue abitudini. Le tue abitudini diventano i tuoi valori. I tuoi vaori diventano il tuo destino. 
Da una filosofia che inculca nelle giovani menti l'inferiorità della donna (indirettamente e tal volta direttamente) e la superiorità della propria fede, andando quindi a pregiudicare gli altri (i diversi, gli infedeli), non può che perpetuare un futuro malevolo. 

Bada bene, la mia è una condanna morale, frutto del mio pensare, opinione personalissima; condanna verso la religione in sé e non ai fedeli, perché anche fra questi ci sono milioni di persone buone che praticano il bene per il semplice fatto di essere umani, e interpretare quindi secondo propria coscienza le parole. 

I leader occidentali non si spingono lì dove arrivo io, la condanna dei potenti non è alla religione -e da sempre mi chiedo: perché?- ma alla deriva estremista.
Vorrei, come cittadino di questo pianeta, che in prima istanza questa condanna venga proprio dalle comunità islamiche.
Per dimostrare la bontà del proprio credo devono necessariamente manifestare pubblicamente che queste barbarie non sono parte di loro.
E gli Imam d'Italia, d'Europa, del Mondo, hanno questo dovere.
E' INDISPENSABILE CHE TUTTI INDIVIDUIAMO UNITI IL NEMICO COMUNE.
Detto questo, ci tengo a puntare i riflettori anche sul nostro Occidente fatto di lustrini e chiccherie, un occidente che vive al di sopra delle proprie possibilità, rappresentazione di un mondo disincantato che proietta su una magica finestra chiamata televisione gli orrori che non ci appartangeno: le guerre, la miseria, la fame di regni lontani. E desensibilizzati, cinicamente continuiamo a svolgere lavori socialmente inutili per comprare oggetti e cose altrettanto inutili, al solo fine di colmare quel vuoto dentro di noi che non capiamo essere dovuto alla distanza che abbiamo costruito fra il nostro universo e quello della natura.
E adesso che l'orrore bussa anche alle porte del nostro regno abbiamo paura.

L'orrore è parte di questo mondo sin dalle origini, prendiamone coscienza. Ma soprattutto, cambiamo noi per poter cambiare gli altri; è giunto anche il momento dell'autocritica. 
Facciamo la nostra (di autocritica) e i musulmani facciano la loro. 

Questo è ciò che serve, questo è ciò che non avviene.


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